Un mondo fortemente mediatico.

Stile di vita e percezione della realtà dell’intera popolazione sono influenzati dai mass media: la stampa, la pubblicità e la televisione.

Al potere un governo dispotico il cui scopo è quello di educare la società attraverso prototipi comportamentali selezionati e indotti attraverso l’imitazione.

La visibilità dei contenuti commerciali è il principale strumento di manipolazione. La vista è il filtro.

Chi sfugge all’ipnosi?

I Ciechi. Un gruppo ristretto di non vedenti, chi fin dalla nascita e chi lo è diventato, viene prelevato e condotto in uno spazio confinato e controllato. La fetta debole della società diventa fonte di minaccia e di sovvertimento politico di un sistema che guarda e fa vedere. Dall’alto nasce il timore che l’altra faccia della verità, quella mai mostrata, venga scoperta e diffusa da chi è fuori dal loro controllo.

Una convivenza in quarantena forzata dove il disorientamento e la confusione sono all’ordine del giorno. Sono pochi gli appigli che li faranno resistere: una radio, un telegrafo, il codice Morse. In poche parole, il suono. La voce. I vecchi mezzi di comunicazione, ormai abbandonati.

Lo spettatore viene catapultato in una realtà multisensoriale dove, però, il canale visivo perde la sua predominanza e in cui passato, presente e percezione dell’avvenire vengono reinterpretati e rivissuti.

La scena riproduce un finzionale laboratorio in cui le vicende dei Ciechi di Maeterlinck passano attraverso la sperimentazione diagnostica e scientifica. La loro sensorialità mutilata è studiata allo scopo di renderla vulnerabile alla capacità del potere di manipolare ciò che è vero e ciò che non lo è.

 

Regia di William Roberto Sheldon

Aiuto regia di Francesca Lepiane

Testo di Stefano Mauriello, ispirato a I Ciechi di Maeterlinck

Con Francesca Lepiane, Silvia Flora, Leonardo Vincenzetti, Stefano Mauriello, Elisa Petrolini